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«The spirit in the glass bottle» in Italian

Lo spirito nella bottiglia

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✒ Author
📖 Pages4
⏰ Reading time 20 minutes
💡 Originally published1815
🌏 Original language German
📌 Type Fairy tale
📌 Genres Children's literature, Adventure, Parable

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Lo spirito nella bottiglia: read the book

C'era una volta un povero taglialegna che lavorava dal mattino fino a notte tarda. Quand'ebbe finalmente racimolato un po' di denaro, disse a suo figlio: "Sei il mio unico figlio: il denaro che ho guadagnato con il sudore della mia fronte voglio impiegarlo per la tua istruzione; se impari qualcosa per bene, puoi mantenermi da vecchio, quando le mie membra si saranno indurite e dovrò starmene a casa." Così il giovane andò all'Università e studiò assiduamente, tanto da meritarsi le lodi dei maestri, e rimase là per qualche tempo. Aveva già frequentato un paio di corsi, ma non si era ancora perfezionato in tutto, che già quel poco denaro guadagnato dal padre era sfumato, ed egli dovette fare ritorno a casa. "Ah!" disse il padre tristemente, "non ho più nulla da darti, e in tempi così difficili non posso neanche guadagnare un centesimo in più del pane quotidiano." - "Caro babbo," rispose il figlio, "non crucciatevi tanto: se questa è la volontà di Dio, sarà per il mio meglio; mi adatterò. Rimarrò qui e verrò con voi nel bosco ad accatastare e a tagliar legna." - "Ma figlio mio," disse il padre, "faresti troppa fatica; non sei abituato ai lavori pesanti, non resisteresti; e poi ho soltanto un'ascia e non ho denaro per comprarne un'altra." - "Andate dal vicino," rispose il figlio, "vi impresterà la sua ascia finché‚ non avrò i soldi per comprarmene una."
Allora il padre andò dal vicino, si fece prestare l'ascia e il mattino dopo, all'alba, andarono insieme nel bosco. Il figlio aiutava il padre ed era tutto allegro e brioso. Quando il sole fu a picco, il padre disse: "Riposiamoci e mangiamo: dopo riprenderemo con maggior vigore." Il figlio prese il suo pane e disse: "Riposatevi pure, babbo, io non sono stanco; andrò un poco in giro per il bosco in cerca di nidi." - "Oh che sciocchino!" disse il padre. "Cosa vuoi mai andartene in giro a zonzo? Poi ti stanchi e non puoi più alzare il braccio; resta qui e siediti accanto a me."
Ma il figlio se ne andò nel bosco, mangiò il suo pane ed era tutto allegro, e guardava tra il verde dei rami, se mai scorgesse qualche nido. Così se ne andò di qua e di là finché‚ giunse a una grossa quercia dall'aria minacciosa, che certo doveva avere molti secoli, e cinque uomini insieme non avrebbero potuto circondarla. Si fermò a guardarla e pensò che qualche uccello doveva pur averci fatto il nido. D'un tratto gli parve di avere udito una voce umana. Tese l'orecchio, e sentì come un cupo grido: "Lasciami uscire, lasciami uscire!" Si guardò attorno, ma non vide nessuno; e gli sembrava che la voce uscisse da sotto terra. Allora gridò: "Dove sei?" La voce rispose: "Sono qua sotto, fra le radici della quercia. Fammi uscire, fammi uscire!" Lo studente si mise a rimuovere la terra sotto l'albero e a cercare fra le radici, finché‚ vi trovò una bottiglietta. L'alzò, e mettendola controluce, vide una cosetta simile a una rana, che saltava su e giù. "Lasciami uscire, lasciami uscire!" gridò di nuovo; e lo studente, che non pensava a nulla di male, tolse il tappo alla bottiglia. Subito ne uscì uno spirito che incominciò a crescere, e crebbe così in fretta che in un attimo davanti allo studente stava un orrendo mostro, grande come metà dell'albero. "Sai," gridò con voce da far paura, "qual è la ricompensa che ti spetta per avermi liberato?" - "No," rispose lo studente senza paura. "Come faccio a saperlo?" - "Allora te lo dirò io!" gridò lo spirito. "Devo romperti il collo!" - "Avresti dovuto dirmelo prima," rispose lo studente, "e ti avrei lasciato dov'eri. Ma la mia testa rimarrà dove si trova; devi domandare ad altri." - "Ma che altri!" gridò lo spirito. "Devi avere la tua ricompensa! Pensi forse che io sia stato rinchiuso tanto tempo per grazia? No, era per punizione. Io sono il potentissimo Mercurio; a chi mi libera, devo rompere il collo." - "Piano," rispose lo studente, "non così in fretta! Prima devo sapere se sei davvero stato in quella bottiglietta e se sei proprio lo spirito vero; se sei capace di rientrarci, allora ti crederò e potrai fare di me quel che vorrai." - "Oh!" disse lo spirito superbamente, "niente di più facile!" Rimpicciolì, e si fece così sottile e piccino come era stato all'inizio, in modo da poter passare attraverso il collo della bottiglia. Ma vi era appena entrato che lo studente rimise il tappo, gettò la bottiglia al suo posto fra le radici della pianta, e così lo spirito fu ingannato.
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