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«The Queen of Spades» in Italian

La Donna di picche

4.1217 votes
✒ Author
📖 Pages39
⏰ Reading time 1 hour 30 minutes
💡 Originally published1834
🌏 Original language Russian
📌 Types Tales , Novels
📌 Genres Mystique, Psychological, Fantastic Fiction
📌 Sections Mystical novel , Psychological novel

Table of contents

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La Donna di picche: read the book

La donna di picche significa malevolenza segreta.
L’ultimo libro dei sogni.

I

E nelle giornate piovose
Essi si radunavano
Spesso;
Raddopiavan la posta – Iddio mi perdoni! –
Da cinquanta
A cento.
E vincevano,
E segnavano
Col gesso.
Cosí nelle giornate piovose
Essi si davano
Al lavoro.
Un giorno si giocava a carte da Narumov, della guardia a cavallo. La lunga notte invernale passò inavvertitamente; ci si mise a cena dopo le quattro del mattino. Quelli che erano rimasti vincitori mangiavano con grande appetito; gli altri stavan seduti nella loro distrazione davanti alle stoviglie vuote. Ma comparve lo champagne : la conversazione si animò, e tutti vi presero parte.
«Che hai fatto, Surin?» domandò il padron di casa. «Ho perso, al solito. Bisogna riconoscerlo, sono sfortunato: gioco come un saggio, non mi accaloro mai, non c’è verso di togliermi di carreggiata, e perdo sempre!»
«E non ti sei lasciato tentare neppure una volta? Neppure una volta hai puntato, nel rout ?... La tua fermezza mi fa stupire.»
«Ma come fa Ghermann!» disse uno degli ospiti, indicando un giovane ufficiale del genio. «Da che è al mondo non ha preso in mano una carta, da che è al mondo non ha raddoppiato neanche una posta, sta su con noi fino alle cinque e guarda il nostro gioco.»
«Il gioco m’interessa fortemente» disse Ghermann «ma non sono in grado di sacrificare l’indispensabile per la speranza di acquistare il superfluo.»
«Ghermann è un tedesco: è economo, ecco tutto!» osservò Tomskij: «Ma se c’è qualcuno che è incomprensibile per me, è mia nonna, la contessa Anna Fedotovna.»
«Come? chi?» gridarono gli ospiti.
«Non posso concepire» seguitò Tomskij «per qual ragione mia nonna non giochi d’azzardo.»
«Ma che cosa c’è mai di sorprendente» disse Narumov «nel fatto che una vecchia ottantenne non giochi d’azzardo?»
«Allora voi non sapete nulla di lei?»
«No! davvero, nulla!»
«Oh, allora sentite! Bisogna sapere che mia nonna, un sessant’anni fa, andava a Parigi e là era molto di moda. La gente le correva dietro, per vedere la Vénus moscovite ; Richelieu le faceva la corte, e la nonna assicurava che egli fu sul punto di spararsi per la crudeltà di lei. In quel tempo le signore giocavano al faraone. Un giorno a Corte ella perse sulla parola col duca d’Orléans qualcosa di molto grosso. Venuta a casa, la nonna, mentre staccava i nèi dal viso e slegava il panier , annunciò al nonno la sua perdita e gli ordinò di pagare. Il povero nonno, per quel che ricordo, era una specie di maggiordomo della nonna. La temeva come il fuoco; tuttavia, avendo sentito d’una cosí tremenda perdita, andò fuori di sé, portò i conti, le dimostrò che in sei mesi avevano speso mezzo milione, che vicino a Parigi non avevano né i possessi della campagna moscovita né quelli di Saratov, e rifiutò nettamente di pagare. La nonna gli diede un ceffone e andò a letto da sola, in segno del suo sfavore. Il giorno dopo fece chiamare il marito, sperando che la punizione domestica avesse agito su di lui, ma lo trovò incrollabile. Per la prima volta in vita sua ella giunse con lui fino ai ragionamenti e alle spiegazioni; pensava di convincerlo, dimostrando con fare condiscendente che non tutti i debiti erano eguali, e che c’era differenza fra un principe e un carrozzaio. Macché! il nonno si ribellava. No, e basta! La nonna non sapeva che fare. Ella conosceva intimamente una persona molto ragguardevole. Voi avete sentito parlare del conte di Saint-Germain, sul quale si raccontano tante meraviglie. Sapete che egli si faceva passare per l’ebreo errante, per l’inventore dell’elisir di lunga vita e della pietra filosofale, eccetera. Lo deridevano come un ciarlatano, e Casanova nelle sue Memorie dice che era una spia; del resto, Saint-Germain, malgrado la sua misteriosità, aveva un aspetto molto rispettabile e in società era una persona molto gentile. La nonna ancora adesso va pazza per lui e si arrabbia se parlano di lui con poco rispetto. La nonna sapeva che Saint-Germain poteva disporre di forti somme. Si decise a ricorrere a lui, gli scrisse un biglietto e lo pregò di venire immediatamente da lei. Il vecchio stravagante comparve subito e la trovò in una tremenda desolazione. Ella gli descrisse coi colori piú neri la barbarie del marito e disse infine che tutte le proprie speranze le riponeva nella sua amicizia e cortesia. Saint-Germain si fece pensieroso. “Io posso venirvi in aiuto per questa somma” diss’egli “ma so che non sarete tranquilla finché non vi sarete sdebitata con me, e io non vorrei porvi in nuove difficoltà. C’è un altro mezzo: potete riguadagnar tutto.” “Ma, caro conte”, rispose la nonna “vi dico che non abbiamo piú denari affatto.” “Qui non c’è bisogno di denari” ribatté Saint-Germain; “abbiate la bontà di ascoltarmi.” A questo punto egli le svelò un segreto che ciascuno di noi pagherebbe caro...»
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